Un home studio in pochi passi

L’hardware per registrare è diventato accessibile e spesso completa una collezione pronta per trasformare una stanza in casa in uno studio di registrazione.

Chi ha la fortuna potrebbe anche creare una sala di presa per la batteria, ma per tanti altri le soluzioni sono più modeste, seppur soddisfacenti.

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1) Scegliere la stanza

In una casa grande e isolata si avrà l’imbarazzo della scelta, mentre in un appartamento la stanza sarà obbligata. Bisogna valutare qualche punto:

No spazi ridotti

Più è grande la stanza migliori sono risultati: volumi più alti, migliori riflessioni, mano saturazione e compressione degli angoli, giusta distanza dai monitor e trattamenti acustici efficienti.

Rumore

In entrata e in uscita uno studio dovrebbe essere silenzioso per non disturbare e perché i rumori ambientali non rovinino il lavoro. Scegliere stanze lontane dalle fonti e dal vicinato per poter suonare a volumi più alti.

Accessibilità

Chi ha uno studio in casa, spesso ha un lavoro principale diverso. Ritagliarsi momenti per registrare può coincidere con le pause o gli orari serali.

Tanto più si è vicini alle altre case tanto più grandi saranno le restrizioni.

Pavimentazione

Cemento piastrelle e legno sono l’ideale, i tappeti rovinano l’acustica, in particolare per quanto riguarda la batteria.

Meglio, in caso di studi ai piani superiori, se il massetto è acustico, per non avere rientri e trasmissioni.

Acustica

Le peggiori sono le stanze piccole e i soffitti bassi con pareti parallele in cartongesso. Le migliori sono superfici irregolari e gli spazi vuoti, la “room” del suono.

Con appositi pannelli si possono correggere le pareti, migliorando il suono in generale.

2) Preparare la stanza

Svuotare la stanza, in particolare da oggetti ingombranti come divani e verificare che le fonti di vibrazioni siano stabilizzate.

Trattamento acustico

Per rendere buona l’acustica si eliminano le riflessioni con le bass trap e l’applicazione di schiuma di poliuretano a celle a piramide.

Workstation

Serve uno spazio per gli schermi, i mixer e tutto l’hardware che in alcuni studi home studio, per via dei rack comprati alle aste per ottenere un sound analogico può essere ingombrante.

Postazione di registrazione

Si suddivide la stanza in due aree, una per musicisti e una per il produttore.

Occorre spazio ariosità e di potersi muovere con gli strumenti.

Setup per One Man Studio

Se si suona da soli occorre distribuire gli ingombri con una sedia rotante per arrivare dalla sezione mixer a quella con gli amplificatori.

Setup per più persone

Basta dividere in due aree distinte e lontane il più possibile. La tecnologia attualmente permette anche di avere delle periferiche DAW su tablet per gestire il tutto mentre si suona.

3) Hardware extra

Oltre alla DAW e alla postazione, con l’hardware ingombrante e il sound che questo regala, spesso con rack stracolmi e patch bay, occorre altra attrezzatura.

Cavi e prolunghe

Occorrono tantissimi cavi per microfonare e prolunghe per mandare in cuffia il click e le basi. La distanza può essere anche di metri se la stanza enorme.

Postazioni con più monitor

Con due schermi, uno per l’editing e l’altro per mixare in contemporanea, si lavora meglio, ma occorre una scheda video che li supporti e lo spazio dove metterli.

Monitor audio

Per mixare devono avere la corretta posizione ed essere distanti dalle pareti, altrimenti il lavoro è impossibile.

Si montano su colonnine che permettono di regolarli facilmente per tentativi, con una traccia attiva in ascolto.

Tastiere

Per arrangiare possono servire tastiere da mandare con le plugin della DAW, meglio sceglierne una con buoni tasti e compatibilità, invece di spendere molto per l’hardware vintage, se non necessario.

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